Pagina:Bandello - Novelle. 1, 1853.djvu/275

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Ora, veggendo il misero amante che, cosa ch’egli si operasse, nulla di bene o di conforto gli recava, e che di giorno in giorno le sue fiamme si facevano maggiori ed ormai impossibili a sopportarle, poi che assai ebbe pensato e ripensato, elesse prima che morire, avvenisse ciò che si volesse, a la donna scoprirsi. Fatta questa deliberazione, non attendeva ad altro, se non a trovar occasione d’aver oportunità senza impedimento a ciò liberamente le sue cocentissime fiamme a madama discoprisse. Onde, ragionando ella un giorno con lui d’alcuni affari de la casa e per una sala passeggiando, egli a la meglio che puotè a la donna si scoperse, e quanto per lei ardesse, e sofferisse crudelissimi tormenti, le manifestò. Ella, udendo così estrema follia, rivoltatasi molto turbata al maggiordomo gli fe’ un’agra riprensione minacciandolo di farlo gettar in bocca ai lioni, se mai più fosse oso parlare di cotal pazzia. – E che cosa hai veduta in me, – diceva ella, – che tu debbia presumere di richiedermi così disonesta cosa? È forse stata la vita mia, la mia conversazione e la mia passata maniera dei modi ed atti miei sì lasciva, sì dissoluta e tanto mal regolata, che ti possa aver prestato ardimento di presumere che tu potessi di me credere che io nè a te nè a uomo del mondo mi dovessi sottoporre? Guarda per quanto ti è cara la vita che più in simili farnetichi non entri già mai. Sia questa l’ultima e la prima volta che tu abbi errato, e più non ci tornare, perchè tu amaramente pagaresti e questa e quella. Fa pensiero di non esser caduto in tanto errore e non ti metter più a cotanto rischio. Io per me ci metterò sovra i piedi e ti prometto che al mio e tuo signore non ne farò in modo alcuno motto. Attendi a far l’ufficio tuo secondo che solito sei, e levati queste frenesie di capo. – Qui si tacque la donna, ed il confuso amante andò a far alcune sue bisogne, tanto tra sè pieno d’amaritudine e mala contentezza che non sapeva che farsi e meno che dirsi. Conosceva la grandezza de l’animo de la donna, la quale sapeva esser di continuo stata onestissima, e giudicava che indarno sarebbe ritornato a tentarla, oltra il periglio che egli incorrer poteva per le gravissime minacce da la donna fatte. Non si fidando dapoi intieramente de le parole di lei, dubitava che ella al marito la cosa manifestasse, onde conosceva che senza dubio ne sarebbe subito ammazzato. Fra questi pensieri consumandosi, e compenso ai casi suoi non ritrovando, non volendo da quella casa partirsi, nè di potervi sicuramente dimorare, mentre la padrona stesse in vita, persuadendosi, cadde in un fierissimo pensiero e dentro vi si fermò, che fosse da ordire una trama e machinare