Pagina:Bandello - Novelle. 2, 1853.djvu/269

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acerbe passioni e dar luogo ai malvagi e disperati pensieri, e deliberò poi che la sua cara Giulietta era morta, non voler a modo veruno più vivere. Ma di questo suo fiero proponimento non ne fece sembiante alcuno nè motto disse, anzi l'animo suo dissimulò, a ciò che un'altra volta dal servidore o da chi fosse non ricevesse impedimento a far quanto in animo caduto gli era di mandar ad essecuzione. Impose adunque a Pietro che solo era in camera, che de la morte de la moglie niente a persona dicesse e meno palesasse l'errore in che quasi era caduto di voler uccider se stesso; poi gli disse che mettesse ad ordine dui cavalli freschi, perchè voleva ch'andassero a Verona. – Io vo', – diceva, – che a mano a mano tu ti parta senza far motto a nessuno; e come tu sei a Verona, senza dir nulla a mio padre che io sia per venire, fa che tu truovi quei ferramenti che bisognano per aprir l'avello ove mia moglie è sepolta, e puntelli da puntellarlo, perchè io questa sera al tardi entrerò in Verona e me ne verrò tutto dritto a la casetta che tu tieni dietro al nostro orto, e tra le tre e le quattro ore anderemo al cimitero, perciò che io vo' veder la sfortunata mia moglie così morta come giace, ancora una volta. Poi di buon matino io sconosciuto uscirò fuor di Verona e tu mi verrai un poco dietro, e ce ne tornaremo qui. – Nè guari stette che rimandò Pietro indietro. Partito che fu Pietro, scrisse Romeo una lettera a suo padre e gli domandò perdono se senza sua licenza s'era maritato, narrandogli a pieno tutto il suo amore ed il successo del matrimonio. Pregavalo poi molto affettuosamente che a la sepoltura di Giulietta come di sua nora che era, volesse far celebrar un ufficio da morti solenne, e questo ordinasse de le sue entrate che fosse perpetuo. Aveva Romeo alcune possessioni che una sua zia morendo gli lasciò, per testamento instituendolo suo erede. A Pietro anco provide di modo che senza star a mercede altrui poteva comodamente vivere. E di queste due cose ne fece al padre instanzia grandissima, affermando questa esser l'ultima sua volontà. E perchè di pochi giorni avanti quella sua zia era morta, pregava il padre che i primi frutti che da le sue possessioni si cavassero tutti gli facesse dar a' poveri per amor di Dio. Scritta la lettera e suggellata, se la pose in seno. Prese poi un'ampolletta piena d'acqua velenosissima, e vestito da tedesco montò a cavallo, dando ad intender ai suoi che ne la casa restavano, che il giorno seguente a buon'ora tornarebbe, e non volle da persona esser accompagnato. Camminando adunque con diligenza, egli ne l'ora de l'avemaria entrò in Verona e se n'andò di lungo a trovar