Pagina:Bandello - Novelle. 3, 1853.djvu/171

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tuttavia pareva che ciascuno che questa novella sentiva più tosto credesse il male che il bene, onde Delio non sapeva che farsi. Nondimeno essendo da Giulio ogni ora instigato, gli disse che di nuovo proveria ciò che potesse operare, e che portava ferma openione che da se stesso Camillo con un poco di tempo conoscerebbe la verità e che non presteria più fede ad una vil feminuccia che al vero. Ma volendo pur Giulio che con Camillo si parlasse e si venisse a la prova, gli disse Delio: – Poi che deliberato ti sei di voler entrare in steccato con la balia, a me pare che tutti dui ce n’andiamo a trovar Camillo, e intender se in casa sua o vero di Cinzia vuole che con la balia tu ti affronti. – E così se n’andarono a trovar Camillo, ed entrati in questa cosa in ragionamento, Delio gli disse: – Camillo, io più volte t’ho detto che ancora che tu dica di voler aver Giulio nel conto che tu per avanti l’avevi, che a lui, lasciandoti con quella openione che hai, l’animo punto non è quieto. Onde, per veder se è possibile di cavarti questa fantasia di capo, egli è qui presto a fartene tutti quei parangoni che tu saperai imaginarti. – Io non so altro miglior modo, – disse Camillo, – che ridursi a la stanza di Cinzia e far venir la balia, e udir ciò che dirà e quanto le risponderà Giulio. – Con questo tutti tre n’andarono a casa di Cinzia, che era in letto e tuttavia amaramente piangeva, e a torno al letto s’assisero. Onde Camillo a ragionare così cominciò: – Io già aveva deliberato, o Cinzia, che di quanto m’è stato fatto intender esser accaduto tra Giulio e te più non si parlasse,' 'perciò che, quanto a me appartiene, io il tutto aveva sepellito in eterno oblio, ed altresì desiderava che Giulio facesse e che rimanessimo amici e fratelli come prima eravamo. Ma astretto da Delio, al quale niente, quantunque grave che sia, posso negare, siamo qui venuti, e la cagione del nostro venire è che Giulio dice non esser vero quello che di lui e di te la balia di bocca propria m’ha manifestato, e vuole su la faccia sua riprovargliele. – Non aveva a pena le sue parole Camillo finito di dire, quando Cinzia tutta piena di lagrime disse: – Io vorrei che nostro signor Dio degnasse in questo caso essaudirmi e far tal dimostrazione quale fosse a l’innocenzia mia convenevole e manifestatrice de la falsità e bugiarda fizione de la balia, a ciò che dal publico si potesse conoscere chi di noi due merita biasimo e castigo. E di questo ne prego Dio così di core, come di cosa che lo pregassi giammai. Ma se mi lece, Camillo, dir il vero, io credo e tengo certo che tu eri sazio dei fatti miei e che cercavi occasione d’abbandonarmi, e vuoi con questo mezzo dar