Pagina:Bandello - Novelle. 3, 1853.djvu/184

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182 parte seconda

Tu conosci bene, e sai che tu non puoi maritarti meco, e divenir mia moglie, e che una volta era necessario che a questo passo si venisse. Io «ià non ti lascio, perchè io creda che in te sia colpa di mancamento nessuno. Quello che faccio, facciolo per mettermi a vivere d’un’altra sorte, differente da quella che fin ora vivuto sono; che oggimai non sono più un giovinetto di prima barba, e la vitachu fin qui ho fatta, conosco troppo bene di quanto biasimo mi sia stato cagione, e so le riprensioni che molte volte da amici e parenti ne ho avute. Sì che per l’avvenire tu mi avrai in luogo di fratello, ed io te in luogo di sorella amerò. La figliuola farò come fin qui ho fatto, per mianodrire; e veiiiò di far ritrovar un’altra balia, perchè non vo’ che questa ubriaca più me la nodrisca. Tu di poi potrai, quando ti parrà, tro arti una persona che ti piaccia; chi’ non ti mancheranno giovini belli, ricchi, cortesi e galanti, con i quali potrai darti il mudi >r tempo del mondo, e star di continovo in piacere. Per questo tu non mi sarai men cara; perciocchè se io voglio per l’avvenire viver a mio modo, e far ciò che più a grado mi sia, ragionevole e giusto è che tu facciacciocchè a te più piace; e con. questo ti conciando l’ultima e determinata mia deliberazione e ferma volontà. Questo sentendo Cinzia, dopo l’aver dal profondo delle radici del cuore gittato un grandissimo sospiro, tutta si ascose, ed altamente disse: poichè Camillo per sua, in quella guisa che per addietro stata sono, e che io vorrei ed infinitamente desidero, più non mi vuole, io con quel mezzo che più agevolmente posso, e che m’è concesso, non potendo altro fare, a lui, e 1 anco a me e a tutto il resto del mondo mi toglio, m’involo e mi rubo: che assai meglio m’è morire una volta, che mille l’ora perire. Ecco l’ultimo atto della vita mia. Non ebb’ella a pena finite queste ultime parole, che presa in mano l’ampolla e postasela alla bocca, tutta l’acqua che dentro vera in un sorso inghiottì, e l’ampolla gettò di dietro al letto. Che cosa è questa? che cosa è questa? dissero gli amici che attorno l’erano assisi. Certamente, disse il Greco, costei s’è avvelenata; ed ora mi soviene che, pochi dì sono, mi domandò se io conosceva quel ribaldo di Gerone Sasso; e rispondendole che sì, mi replicò che valeva da lui per mezzo mio un servigio. Per l’anima mia. che ella voleva l’acqua ili quel tristo, la quale per altra via avrà ricuperata! Signori miei, tenete per fermo che ella ha preso il veleno. Sì ah! sì ah! dissero tutti, e levatisi in piede, le domandarono che acqua era quella che tracannata aveva. Cinzia, secondo il parer suo più vicina all’altra vita che a questa, e fer-