Pagina:Bandello - Novelle. 3, 1853.djvu/92

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la maggior parte de la nobiltà de l’isola, mozzando il capo a quel prencipe, suffocando quell’altro ed ogni dì ammazzandone crudelmente alcuno? Nè contenti di levarsi dinanzi dagli occhi quelli che nemici nomavano, i parenti del sangue proprio, zii, nipoti, fratelli hanno ancisi, mettendo i corpi loro per èsca di corbi, lupi ed avoltori. E non bastando a la barbara ed inumana crudeltà loro spegner i buoni, hanno essaltato uomini viziosissimi, tolti da l’infima feccia de la villa e fatti baroni e signori. Odoardo re, padre di quell’Odoardo che ebbe il re Giovanni di Francia prigione, fu uomo pessimo e di tanti vizii pieno che in lui, eccetto il nome del re, non era parte alcuna che un buono e dritto uomo potesse lodare. Egli miseramente fece tagliar la testa al duca di Lancastro suo zio, non per altro se non per compiacer ad un suo favorito, non meno di lui ribaldo e scelerato. Non molto dopoi volle che in un dì fossero decapitati ventidui dei principali signori e baroni inglesi. Ma Iddio ad esso Odoardo e al suo Ugo, sediziosissimo e pieno d’ogni sceleraggine, diede convenevol castigo, perchè il figliuol suo proprio lo mise e fe’ morire in prigione, ed Ugo fu dopo molti tormenti in un grandissimo fuoco arso. Questi, che il padre in carcere macerò, a simil morte pose la propria madre e ad un suo zio carnale il capo tagliò, consacrando il principio del suo regno con sì abominevoli sacrificii. Taccio quell’Enrico il quale, per dispogliar la Chiesa dei suoi beni temporali, lasciò ammazzar Tomaso arcivescovo di Conturbia, uomo di santissima ed approvata vita, onde poi fu astretto a render il reame d’Inghilterra tributario a la romana Chiesa. Simile a lui successe Giovanni suo figliuolo, il quale avendo usurpata la corona, che ad Artù figliuolo d’un suo maggior fratello apparteneva, quello, cavalcando di compagnia lungo il lito del mar Oceano, crudelissimamente con una mazza di ferro ammazzò e per cibo di quei mostri marini gettò ne l’onde. Nè di questo fratricidio contento, molti altri nobili ancise, e del regno cacciò quasi tutti i vescovi e prelati inglesi, perchè ai suoi disordinati appetiti consentir non volevano. In Aquitania anco, che egli possedeva, un gran numero di prelati ecclesiastici mandò in essiglio, rubando e spogliando le chiese. Si sa altresì che Riccardo re fece annegar il duca di Clocestre suo zio, essendo a Cales, in un vaso di malvagìa. Ma poco durò la sua tirannide, perchè Enrico settimo lo cacciò del regno, e combattendo fu ammazzato. Ora se io vorrò minutamente discorrere tutte le sceleratezze di tanti re passati, mi converrà far una lunga iliade e prima il tempo