Pagina:Bandello - Novelle. 4, 1853.djvu/405

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in servar la patria contra i Turchi, dalla signoria di Venezia magnificamente rimeritata 
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Novella XX. La origine della nobilissima casa di Savoia, che da stirpe imperiale discese 
» 351
— XXI Piacevole beffa fatta in Ferrara dal Gonnella a' frati minori, e il castigo che voleano dargli, e come si liberò dalle loro mani 
» 356
— XXII. La moglie di un gentiluomo amorosamente si da buon tempo con il compagno del marito, e di modo abbaglia esso marito, che non può credere mal di lei 
» 360
— XXIII. Subita astuzia di uno scolare in nascondersi, essendo con l’innamorata, e volendo il marito entrar in camera 
» 363
— XXIV. Il Gonnella fa una piacevole beffa al marchese Niccolo da Este. signor di Ferrara e suo padrone 
» 367
— XXV. Ridicola e vituperosa beffa fatta da un Bergamasco a Fracassa da Bergamo, che credendo profumarsi la barba e capelli di odorata composizione, s’impiastriccio di fetente sterco 
» 373
— XXVI. Ciò che facesse una ricca, nobile e forte bella gentildonna rimasa vedova: nò più si volendo rimaritare, nò potendo contenersi, con che astuzia provide a’ suoi bisogni 
» 378
— XXVII. Il Gonnella fa una Inula alla marchesa di Ferrara, e insiememente alla propria moglie: e volendo essa marchesa di lui vendicarsi, egli con subito argomento si libera 
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— XXVIII. Un drappiere di Lione, per andare la notte a giacersi con una sposa, fece certi patti con un garzone di bottega, e lo fé’ coricarsi in letto appo la moglie. Il giovane, scordatosi i patti, tutta la notte amorosamente si prese piacere con la padrona, e ciò che poi avvenne 
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