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38 PREFAZIONI E POLEMICHE

Dicono i gravinisti che i monaci furono i primi trovatori della rima, facendo ab antico certi esametri e pentametri rimati in mezzo, a’ quali si diede il nome di «versi leonini», e che da questi barbari leonini ebbe origine la rima. Bella erudizione! Ma se la rima foss’anco stata trovata da’ moscoviti o da’ tartari, ad ogni modo a’ nostri tempi ella è fatta il più bell’ornamento delle toscane poesie, e senza di essa concedo che possiamo far bene ed agguagliare i greci ed i latini poeti e quanti al mondo ne furono e ne sono; ma col favore della rima vinceremo i loro comici e tragici poeti e que’ di tutte le nazioni, mercé della lingua che abbiamo, la quale, per giudizio di ottimi conoscitori di essa e della greca e della latina, le vince entrambe, avendo in sé poco meno che tutte le loro bellezze e poi moltissime soprammercato che quelle non hanno. E di fatto qual nazione mi darà tanti stili diversi e tutti belli, tanti originali e tutti maravigliosi, quanti ne darà la lingua nostra? un Dante, un Petrarca, un Alamanni, un Rucellai, un Pulci, un Berni, un Buonarroti, un Firenzuola, un Trissino, un Costanzo, un Casa, un Ariosto, un Bernardo Tasso, un Torquato Tasso, un Sannazaro, un Tassoni, un Lippi, un Lorenzo Bellini, un Francesco Ruspoli, un Metastasio, e tanti e tanti altri, che sono nello stile diversissimi l’uno dall’altro oltre ogni credere, e tuttavia maravigliosìssimi tutti sono? E de’ prosatori, che non potre’ dire se qui fosse opportuno luogo? Ma questo discorso dal mio primo proposito mi devierebbe soverchio, e già ho tanta carne al fuoco che basta, e perciò stiamo in sul filo e torniamo per un poco in sulla rima. Non ci rendiamo noi con essa grati sino alla più minuta plebe? Ne fanno pur chiara testimonianza fra gli altri popoli d’Italia, tutti amanti della rima, il volgo di Firenze e quello dì Venezia, l’uno ascoltando con maraviglia i suoi improvvisatori, l’altro cantando di e notte l’Orlando, il Goffredo e qualche squarcio d’altro poema, e infinite altre leggende in ottava rima!

Se alcuno poi mi chiedesse quale delle due io preferissi in commedia e in tragedia, se la terza o l’ottava rima, io risponderò l’ottava anzi che l’altra, per essere l’ottava più periodica e