Pagina:Barzini - Gl'italiani della Venezia Giulia, Milano, Ravà, 1915.djvu/21

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chiedono di esercitare una professione, di aprire un negozio, di darsi ad un commercio, vedono prolungarsi per anni una via crucis di pratiche burocratiche, le quali quando sono esaurite — poiché tutto si esaurisce a questo mondo — conducono spesso ad un diniego «per speciali considerazioni» mentre gli sloveni subito ricevono quello che domandano. Da una parte si paralizza, dall’altra si favorisce.

Un’antica contravvenzione, l’avere appartenuto a società disciolte, essersi mostrati troppo italiani sono barriere insuperabili non soltanto per darsi alle carriere degl’impieghi pubblici, ma anche per ottenere il diritto di commerciare e lavorare. I regnicoli poi, a meno che non siano operai già ingaggiati o che risiedano da molti anni sul luogo e occupino una situazione vecchia, non possono arrivare a ricevere un certificato che li abiliti ad esercitare la loro professione. Quando nulla si può obbiettare contro di loro, sono trascinati attraverso i più tortuosi meandri del funzionarismo, debbono cominciare dieci volte il giro per un timbro che manca, per un bollo rosso che deve essere bleu, per una vidimazione che non è formale, per una perizia che non è legale, finché abbandonano la partita o arrivano al diniego. I casi sono innumerevoli.

E non si tratta sempre di professioni importanti: un povero barbiere gira da tre anni per avere il certificato che gli permetta di aprire un negozio; un manovratore di cinematografo non è stato neppure ammesso all’esame necessario per l’abilitazione — ci vuole l’esame per tante cose — e la ragione è stata detta chiara e brutale: la sudditanza italiana. Vi sono certe patenti di numero limitato che si possono comprare da chi le ha avute prima, come quelle per i caffè, i restaurants, le birrerie, ma se un italiano le compra l’esercizio è chiuso per «misura d’ordine pubblico» oppure la patente è ritirata senza spiegazioni. Gli sloveni hanno la strada spianata sui cadaveri di interessi italiani uccisi a uno a uno.

Meno clamorosa, meno appariscente delle altre, quest’opera italianofoba della polizia prosegue giorno per giorno, ora per ora, senza urti, paziente, sistematica, sicura, implacabile, difesa da una rete di procedure, di