Pagina:Barzini - La metà del mondo vista da un'automobile, Milano, Hoepli, 1908.djvu/563

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CAPITOLO XXIII.


PARIGI

Lungo le rive della Mosa — Alla frontiera francese — Reims — I cercatori di reliquie — Meaux — Notte di veglia — L’ultime ore — Alle porte di Parigi — Sui «boulevards» — La corsa è finita.

Ci siamo accorti a Liegi che la nostra automobile si andava ricoprendo di firme come un album. Erano firme scritte a lapis sui serbatoi della benzina, sui cassone dei pezzi di ricambio: quasi tutti nomi ignoti, seguiti dalle date di Mosca, Pietroburgo, Königsberg, Berlino. Ettore, facendo la toilette alla macchina, ha rispettato queste scritture che rappresentavano tanti voti di simpatia e tante modeste attestazioni di amicizia di gente che forse non avevamo veduto, o che forse non vedremo mai più nella vita.

Ettore non cessava un momento dall’accarezzare, dal curare l’automobile, che se era giunta fin là molto lo doveva a quelle carezze e a quelle cure. Egli non la lasciava mai, adesso; le dormiva sdraiato accanto. Il suo amore s’era fatto geloso. Confessava di pensare con dolore all’istante in cui si sarebbe dovuto separare da lei.

Alle cinque e mezza del mattino, 9 Agosto, data un’ultima occhiata di verifica alle viti, agl’ingranaggi, alle gomme, Ettore ha messo in movimento il motore, il Principe ha preso il volante,