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l'assalto al passo del cavallo 153

non era di avanzare. Quando l’artiglieria austriaca è intervenuta, i bombardieri italiani hanno ripiegato. Non costituivano che tre grosse pattuglie. Ma abbiamo lassù dei lanciatori di esplosivi che hanno saputo più di una volta, da soli, scacciare i nemici da interi trinceramenti.

Il cannoneggiamento nemico è continuato il 27 e il 28. Nelle prime ore pomeridiane del 28 è divenuto più intenso. Si è aggiunta la fucileria, si sono aggiunte le mitragliatrici: il più violento dei contrattacchi stava iniziandosi. Ma non ha potuto svilupparsi sotto alla concentrazione del nostro fuoco. Da allora è tornata una calma relativa. Solo qualche «barile» cade al rovescio delle posizioni nostre e fa sobbalzare la montagna.

Il barile è uno dei più recenti proiettili austriaci. È un vero barile di legno, una specie di fusto da birra, rafforzato con acciaio, irto di micce, pieno di alto esplosivo. Ne contiene forse più di un quintale. Scende dall’alto, roteando, lanciato, pare, da un vecchio obice da 305 adattato al sistema dei lanciabombe — per il quale il proiettile si mette fuori del pezzo, innestato alla bocca come un turacciolo da champagne al collo della bottiglia. Il colpo di partenza è già poderoso, e rimbomba cupamente da oltre l’altro versante della valle dell’Anger. Poi si sente nel cielo un suono strano, crescente, una specie di auauau.... profondo: è