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la rappresaglia 217


tano, e portarsi alla loro sinistra. L’ardito ufficiale che volontariamente aveva assunto l’incarico dell’osservatore, afferrati i manubri della mitragliatrice, all’estrema prua, si apprestava il momento favorevole.

L’altro monoplano austriaco, non visto, basso, si era allontanato indietro. Poi era tornato, inseguendo e salendo. Quando ha raggiunto il Caproni, gli stava quasi sopra. Lasciandosi allora scivolare in volo librato gli è arrivato ad una cinquantina di metri di distanza, scaricando la mitragliatrice con tiro obliquo. Dominava il nostro apparecchio da dietro, un poco a destra.

Le pallottole hanno grandinato sulle attrezzature.

Il nemico mirava agli uomini. Il pilota di sinistra, l’eroe leggendario della giornata, è rimasto ferito subito. Un proiettile, traversandogli il casco da parte a parte, gli ha solcato la pelle del cranio.

Ha rassicurato i compagni con un gesto.

Il pilota di destra ha lasciato il posto di manovra e, afferrato un fucile automatico, è andato a poppa, fra i motori, per difendere quel lato. L’ufficiale osservatore, che aveva il comando, si è voltato un istante a vedere ed ha fatto un cenno di approvazione.

Una grande calma, una solenne calma, era in tutti gli atti di quei tre uomini toccati già dal destino.