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Costui andò diritto dal rappresentante locale del Governo greco, lo prese in disparte, gli insinuò nella mano fraterna un modesto e doveroso tributo, e gli sussurrò: «Sono mandato da Syra con un carico di benzina per i sottomarini austriaci, dovevo aspettare al largo e da tre giorni aspetto senza veder nessuno, non vorrei avere visite e formalità e mi raccomando a voi, anche per sapere cosa debbo fare.»

«Penso io a tutto — rispose l’autorità strizzando l’occhio — e quanto alla benzina ora mando a chiamare la persona incaricata di riceverla.»

Il mistero diventava di una trasparenza meravigliosa. Un filo della organizzazione era afferrato. Oh, l’organizzazione! Tutto stava a non perdere il bandolo della matassa.

Arrivò trafelato un individuo che chiese: «Quanta benzina avete? Verrò questa notte a sbarcarla». Imbarazzante premura. «Un momento — rispose il capitano — ma voi avete un documento, una carta di autorizzazione?» — «No, ma c’è chi mi garantisce». — «Va bene, ma abbiamo l’ordine di consegnare la benzina noi stessi ai sottomarini!» L’uomo alzò le spalle con l’aria di disinteressarsi della cosa.

Proviamo altrove! — pensarono gli audaci cercatori di verità. E partirono.

La loro speranza era di ricevere in qualche posto l’incarico di fornire direttamente la pre-