Pagina:Barzini - Sui monti, nel cielo e nel mare. La guerra d'Italia (gennaio-giugno 1916), 1917.djvu/70

Da Wikisource.
60 problemi inattesi della guerra

la capitale, lontana solo trentacinque o quaranta minuti di volo dai loro campi più vicini. La difesa era ottenuta con una sapiente cooperazione fra squadriglie di blocco e squadriglie da caccia.

Il blocco consiste nella presenza di numerosi aeroplani nel cielo stesso della città. Non importa molto il loro modello e la loro velocità: basta che siano bene armati e che siano molli. Non debbono muoversi da lì, non debbono nè inseguire nè sfuggire; non rappresentano che il modo di disporre nell’aria più mitragliatrici che sia possibile sulla zona da proteggere. Essi incrociano i loro fuochi, ingombrano, chiudono. Sono i monitori dello spazio. Hanno pattuglie sempre in volo, notte e giorno, a meno che il cattivo tempo non paralizzi ogni azione. Fanno crociere a turno, di due ore. Si distribuiscono a varie altitudini, a seconda degli apparecchi. I più moderni ed i più forti salgono più in alto. La difesa è distribuita anche nel senso della profondità.

In caso di allarmi, se l’avvicinarsi di aeroplani nemici è segnalato dalla fronte, le pattuglie in crociera perenne sono raggiunte da tutti gli apparecchi disponibili negli aerodromi della città. E siccome a Parigi e una delle riserve generali dell’aviazione, sono centinaia di macchine pronte a slanciarsi.

Nel gennaio del 1915 già prendeva sviluppo il volo notturno, e la folla che usciva dai tea-