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xc introduzione

di una Musa. La prima è Clio overo li Smargiasse, che mette in iscena due che litigano, minacciano, si sfidano, e poi, per l’intromissione di un terzo, si rappaciano. La seconda, Euterpe, overo la Cortisciana, dove si rappresenta un giovane, scortator, che un vecchio cerca invano di distogliere da quella razza di donne, dipingendogliene al vivo i costumi. La terza, Talia, overo lo Cerriglio, nella quale un tale descrive ad un inesperto le meraviglie della taverna del Cerriglio, quella stessa taverna tanto famosa, che dette argomento al poema, che abbiamo menzionato, del Cortese. La quarta. Melpomene, overo le Fonnachere, che mette in iscena due donne del popolo, due demonii, che vengono alle beffe, ai danni, all’onte, con grande copia di fantasia e di linguaggio insultatore. La quinta, Tersicore, overo la Zita, che descrive i preparativi di un matrimonio popolare. La sesta. Erato, overo lo giovane nzoraturo, che è una serie di consigli, che un savio vecchio dà ad un giovane sulla scelta della moglie. La settima, Polinnia, overo lo viecchio nnammorato, che è in beffa di un vecchio, innamorato di una fanciulla e in procinto di sposarla. L’ottava, Urania, overo lo Sfuorgio, che descrive come un tale, col mutar vestito, acquisti la stima e l’adulazione della gente, con relative considerazioni morali. La nona, Calliope, overo la Museca, che ricorda la musica e le canzoni del bel tempo antico.

Tali gli argomenti di questi dialoghi, impropriamente chiamati Egloghe. — Hanno tutte un concetto morale e didascalico, ma questo concetto è svolto e illustrato da una serie di svariate scenette di costumi popolari napoletani. La ricchezza dei particolari e la esattezza e la copia del