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e che le autorità residenti nella capitale della provincia decidano di lui. Quando infine il povero disgraziato vien trovato innocente, viene affidato alle paterne mani della polizia per ulteriori procedimenti. Nè s’ha il più piccolo riguardo al danno che si reca. Per dare un esempio citiamo, tra i molti, due casi tipici, uno toccato ad un bavarese, l’altro ad alcuni cittadini di Ferrara.

Il bavarese era certo Otto Taudiem, fotografo di professione, da anni residente nel Trentino. Persona per bene, bastava guardarlo in faccia per convincersi che non si aveva da fare con una spia, ma con un essere affatto innocuo. Vivendo in borgate con guarnigioni militari aveva avuto spesso occasione di fotografare soldati ed ufficiali e di far cartoline illustrate. Sotto una di queste cartoline per la quale avevano posato alcuni bersaglieri e un ufficiale aveva fatto stampare la scritta: «Pattuglia nella montagna».

Questa cartolina servì di prova per stabilire che il Taudiem era uno spione dell’Italia a danno dell’Austria.

Egli venne arrestato in Vallarsa il giorno 11 giugno e dichiarato subito sospetto perchè aveva un passaporto germanico! Da Vallarsa, facendo un lungo viaggio a piedi fu condotto alle carceri di Rovereto ove fu trattenuto tre settimane, perchè tante ce ne vollero a far eseguire da gendarmi e da ufficiali perquisizioni nei luoghi dove il disgraziato aveva ultimamente dimorato.

Dopo di che fu condotto nelle carceri di Tren-