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la politica provinciale del tirolo 67

teressi di classe, mentre sancisce l’infamia del voto duplice per la possidenza, conserva il diritto per 200 nobili di avere dieci deputati; lascia intatti i voti virili per un arcivescovo, due vescovi e una mezza dozzina di prelati e di abati. Essa raggiunge il colmo dell’immoralità politica stabilendo, collegio per collegio, differenti metodi e criteri sul limite del censo, sulla partecipazione delle donne, sull’ammissione della proporzionale, sui ballottaggi, ecc., con l’unico intento di assicurare, mediante queste varianti, i collegi ai partiti dominanti.

Ma indegnissima è l’amministrazione del Tirolo di avere aiuti dallo Stato, perchè tutte le poste di uscita sono animate da uno spirito vergognoso e antidemocratico.

Il colore politico e la tendenza a sperperi del bilancio provinciale sono caratterizzati dalla cifra che si trova in testa al bilancio e da una delle poste con cui si chiude. La prima suona corone 120 per l’ufficio divino all’apertura della Dieta; l’altra: corone 98 per l’ufficio funebre in suffragio di Andrea Hofer.

Le caratteristiche dell’Amministrazione provinciale tirolese sono date da un’odiosa tassa sul grano — unica in Austria — che da sola costituisce il quinto delle entrate, dalle gravi tasse sulla birra e sul vino, dalle eccessive spese d’amministrazione (circa il 10 per cento) dal sistema abitudinario degli enormi sorpassi, e dal cumulo dei sussidi e delle elemosine che elargisce per interessi privati o di partito.

Basta scorrere i protocolli delle sedute. Non