Pagina:Battisti, Il Trentino italiano, 1915.djvu/16

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L’Italia ha sperimentato in sè gli immensi vantaggi del nuovo assetto politico. È essa stessa un esempio vivente del beneficio morale, civile, economico che ogni nucleo umano ritrae quando riesce a evolversi secondo le proprie leggi e i propri bisogni intimi, secondo le necessità biologiche del proprio genio creativo all’infuori di ogni artificio e coercizione altrui.

Di fronte a questa evidente realtà è mai possibile che gli italiani non vedano come i benefici di un’unità completa saranno per tutti maggiori di quelli conseguiti con un’unità parziale? Maggiori per lo sviluppo, diremo così, interno dello stato, maggiori per la sua influenza all’estero. E gli Italiani, che con l’unione in unico stato hanno visto la patria loro avviata a sempre più alti destini, vorranno contendere questi benefici ai fratelli ancora irredenti?

Chi oggi è tiepido per la causa dei fratelli irredenti — quando lo sia in buona fede — è tiepido perchè spera che si possa ottenere Trento e Trieste con la diplomazia; o perchè ritiene che l’Italia possa accontentarsi dello statu quo facendo tacere ogni trasporto di fraterno affetto; o infine perchè spera che i problemi nazionali non abbiano bisogno di una soluzione a sè, ma possano risolversi in blocco assieme ai più vasti problemi sociali umanitari.

Lo sperare che l’Austria ceda graziosamente all’Italia Trento e Trieste, o sia pure il solo Trentino, è come credere che una tradizione secolare statale, dinastica, religiosa possa da un giorno all’altro spontaneamente mutarsi, anzi rovesciarsi. Chi conosce l’Austria e sa l’altezzosità delle esplicite dichiarazioni che a tale riguardo fecero più volte Francesco Giuseppe e l’assassinato arciduca, comprende che questa è la più folle delle speranze.

Il credere che pei begli occhi della neutralità italiana, le nazioni belligeranti vogliano dare all’Italia il compenso delle terre irredente è altrettanto ingenuo. Nel momento in cui, per conseguire o conservare l’integrità nazionale, versano torrenti di sangue e il popolo belga e il serbo e il francese, sarebbe semplicemente ignobile il presentarsi al congresso europeo a chieder