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Il nome di Frank L. Baum - scarsamente noto in Italia — è per i ragazzi d’America quello, pressappoco, che è per i nostri il nome di Carlo Collodi. Il nome cioè di un amico che ci conosce da vicino e ci tiene vivi nel suo cuore, il nome benedetto di chi sa o ha saputo, con le sue brillanti trovate, i suoi argomenti di sereno realismo in un mondo irreale, rendere più beata e gioiosa la nostra infanzia, creando per noi un mondo variato di scene e di personaggi che, anche fatti adulti, non abbiamo dimenticato.

Siamo certi di non cadere nell’esagerazione, decretando ormai il titolo di immortale anche a “IL MAGO DI OZ” di F. L. Baum. Apparso per la prima volta nell’anno 1900, questo libro riscosse successo immediato tanto fragoroso da costringere l’autore ad affrettarsi a scrivere un’intera serie di “libri di di Oz”, di “Ozbooks”à, come gli richiedevano i bambini del suo paese con lettere in cui non si sa se sia maggiore l’entusiasmo per il libro appena letto o l’aspettazione per quello che avrebbe dovuto tenergli dietro. Così, uno dopo l’altro, a pochi anni, talvolta a pochi mesi di distanza uno dall’altro, i vari libri di Oz hanno visto la luce: dal 1900 al 1919 - anno della morte dell’autore - ben 14 volumi vennero dati in pasto a quel pubblico di piccoli affamati. Ma ormai Baum comincia ad essere noto nei mondo intero. “Il mago di Oz” e gli altri titoli che formano la prima “Trilogia di Oz” sono tradotti in francese, in tedesco, in ungherese, in portoghese, in spagnolo, in rumeno, nelle lingue scandinave, oltre che - beninteso - in italiano.

Spetta anzi alla SAS il merito di aver diffuso in Italia, in una degna traduzione, questo gioiello della letteratura infantile, come alla C. I. A. va riconosciuto il vanto di aver prodotto l’edizione italiana del celebre film Metro Goldwyn, diretto da Victor Fleming e interpretato dalla deliziosa Judy Garland e dall’ineguagliabile Frank Morgan.