Vai al contenuto

Pagina:Bellentani - La favola di Pyti, 1550.djvu/88

Da Wikisource.

LA FAVOLA

     Con Vener bella catenato e preso
     Dal geloso Vulcan nel letto aggiunti?
     À chi chiaro non è la Dea de Eleuso,
     Veduto in Ida saggittar le fere,
     Iasio infiammata le midolle e l’ossa,
     De altri campi la cura, e de le bionde
     Spighe lasciata sol Crete famosa
     Per favor de l’amato viso adorno,
     In ogni piaggia, in ogni alpestre loco;
     Haver fatta feconda alta superba?
Et voi pensate oime che disconvenga,
     Seguendo l’orme de le sante Dee,
     Coglier il fior delle bellezze vostre?
     Che biasmo sia, che sia disnore espresso
     Rendersi piè á chi v’adora e cole?
     Pensate che per esser inhumane
     Contra à chi viè più humil, et più sogetto
     Pregio s’acquisti de immortal alloro?
À questo non vi ha l’alma natura,
     Ch’à benefitio d’un l’altro avicenda
     Non di se solo eternamente crea,
     Fatte si dolci, si leggiadre, et belle,
     Non tanti, e tanti innumerabil doni,
     Che con si larga man ha in voi diviso,
     Contra dil’huom, contra di noi v’hà dato
     Queste bionde lucenti chiome d’oro,