Pagina:Beltrami - Bramante poeta.djvu/8

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e si potrebbe più presto numerare

               «. . . . nel ciel l’anime sante
          Che dir le cognition ch’a in se Bramante.»

E poco dopo:

«Questo che de Bramante hor scrivo e narro.
A te nol dico già per cosa nova.»

Questo Visconti, come poeta, era abbastanza pregiato dai contemporanei, e ce lo attestano gli elogi adulatorii che accompagnano l’edizione delle sue poesie fatta dal P. Franciscus Tantius Corniger: Stefano Dulcino, canonico della Scala, lo chiama «splendido caualiero et prestante poeta.» Il suo modo di poetare presenta qualche analogia con quello del Bramante, col quale era in continua relazione: dei sonetti d’amore del Visconti più d’uno ricorda quelli del Bramante: ad esempio quello che comincia:

«Dolce nimica della mia salute.»

Il Visconti ci riporta l’ammirazione del Bramante verso Dante con una nota a un sonetto, dove dice: non fu facto questo sonetto per voler judicare fra due tanti huomini (Dante e Petrarca) ma sol per motteggiare con Bramante, sviscerato partigiano di Dante.