Pagina:Bembo, Pietro – Rime.pdf/109

Da Wikisource.

Pietro Bembo - Rime


Cosmo, chi visse un tempo in pace e ‘n gioia,
poi vive in guerra e ‘n pene, e più speranza
non ha di ritornar qual fu, si moia.14

CLIV.

Ben devrebbe Madonna a sé chiamarme
su nel beato e lieto asilo eterno,
e ‘n questo pien di noia e pene inferno
vita mortale omai più non lasciarme:4

ché non è sotto ‘l sol ben da quetarme,
sì gli ho tutti col mondo inseme a scherno;
né pò conforto al grave affanno interno,
sendo di fuor chiusa ogni via, passarme.8

Ma s’ella il nodo a l’alma non discioglie,
vedendo me di tacito e contento
volto a sì triste e lamentose tempre,11

e per sé non m’ancide e quinci toglie
il duol, che del suo ratto sparir sento,
Soranzo, i’ piango e son per pianger sempre.14

CLV.

Donna, che fosti orïental Fenice
tra l’altre donne, mentre il mondo t’ebbe,
e poi che d’abitar fra noi t’increbbe,
angel salisti al ciel novo e felice,4

l’alta beltà del nostro amor radice
col senno, ond’ei tanto si stese e crebbe,


Letteratura italiana Einaudi 99