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Pietro Bembo - Rime

avrei di lor con disusati accenti
rime dettato e più spesse e più scorte,4

per mio sostegno in questa dura sorte,
e perché le ben chiare et apparenti
note rendesser le lontane genti
de l’alma lor divina luce accorte;8

ché già sarebbe oltra l’Ibero e ‘l Gange,
la Tana e ‘l Nilo intesa, e divulgato
com’io solfo a quei raggi et esca fui.11

Or, poi ch’altro che pianger non m’è dato,
piango pur sempre, e son, tanto duol m’ange,
né di me stesso ad uopo né d’altrui.14

CLVIII.

Un anno intero s’è girato a punto,
che ‘l mondo cadde del suo primo onore,
morta lei, ch’era il fior d’ogni valore
col fior d’ogni bellezza inseme aggiunto.4

Come a sì mesto e lagrimoso punto
non ti divelli e schianti, afflitto core,
se ti rimembra, ch’a le tredeci ore
del sesto dì d’agosto il sole è giunto?8

In questa uscìo de la sua bella spoglia
nel mille cinquecento e trentacinque
l’anima saggia, et io cangiando il pelo11

non so però cangiar pensieri e voglia,
ch’omai s’affretti l’altra e s’appropinque,
ch’io parta quinci e la rivegga in cielo.14


Letteratura italiana Einaudi 101