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Pietro Bembo - Rime

via con le penne de la fama impigre
portar Licori dal Timavo al Tigre.

22.

Questa fe’ Cino poi lodar Selvaggia,
d’altra lingua maestro e d’altri versi;
e Dante, acciò che Bice onor ne traggia,
stili trovar di maggior lumi aspersi;
e perché ‘l mondo in reverenzia l’aggia,
sì come ebb’ei, di sì leggiadri e tersi
concenti il maggior Tosco addolcir l’aura,
che sempre s’udirà risonar Laura.

23.

La qual or cinta di silenzio eterno
fôra, sì come pianta secca in erba,
s’a lui, ch’arse per lei la state e ‘l verno,
come fu dolce, fosse stata acerba;
e non men l’altre illustri, ch’io vi scerno.
E qual si mostrò mai dura e superba
verso quei, che potea sovra ‘l suo nido
alzarla a volo, e darle vita e grido?

24.

Questa novellamente ai padri vostri
spirò desio, di cui, come a Dio piacque,
per adornarne il mondo e gli occhi nostri
bear de la sua vista, in terra nacque
l’alma vostra beltà; né lingue o ‘nchiostri
contar porian, né vanno in mar tant’acque,


Letteratura italiana Einaudi 116