Pagina:Bembo, Pietro – Rime.pdf/62

Da Wikisource.

Pietro Bembo - Rime


al cor non torrà mai l’alto diletto,
ch’ei prova di veder la donna mia,
ovunque io vado, e d’ascoltarla sempre.14

LXXXII.

Caro sguardo sereno, in cui sfavilla
quanta non vide altrove uom mai bellezza,
parlar saggio, soave, onde dolcezza
non usata fra noi deriva e stilla,4

solo di voi pensando si tranquilla
in me la tempestosa mente, avezza
mirarvi, udirvi, e, ciò più ch’altro apprezza,
lodando Amor, che col suo strale aprilla.8

Amor la punse, e poi scolpio l’adorna
fronte e i begli occhi, e scrisse le parole
dentro nel cor via più che ‘n petra salde;11

perch’ella, com’augel, ch’a parte vole
ond’ha suo cibo, a lor sempre ritorna
con l’ali del desio veloci e calde.14

LXXXIII.

Se non fosse il penser, ch’a la mia donna
per tanta via mi porta,
sì lunge non avrei la vita scorta.

I’ miro ad or ad or nel suo bel viso,
com’io le fossi presso,5
e veggo lampeggiar quel dolce riso,
che mi furò a me stesso:


Letteratura italiana Einaudi 52