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Pietro Bembo - Rime

vincea Madonna, e ‘n contro a te saliva
col sol, ch’a lei mirando invidia n’ebbe,8

e d’un oscuro nembo ricoperse
la ricca navicella d’ogn’intorno,
che di ventosa pioggia la consperse.11

Ma poi, come temesse infamia e scorno
di tal vendetta, il ciel turbato aperse,
rendendo a Teti chiaro e puro il giorno.14

CIII.

Se voi sapete che ‘l morir ne doglia,
però che da noi stessi ne diparte,
sapete ond’è, che, quand’io sto in disparte
di Madonna, mi preme ultima doglia.4

Ella è l’alma di me, ch’ogni sua voglia
ne fa, sì come donna in serva parte:
io, che lei seguo, in altro non ho parte,
che ‘n questa grave e frale e nuda spoglia.8

E poi che non pote uom senza lo spirto
tenersi in vita, ognior ch’io le son lunge,
morte m’assale, ond’i’ m’agghiaccio e torpo.11

Vero è, ch’un crin di lei negletto et irto
ch’io miri, o l’ombra pur del suo bel corpo,
Trifon mio caro, a me mi ricongiunge.14

CIV.

Molza, che fa la donna tua, che tanto
ti piacque oltra misura? e fu ben degno,


Letteratura italiana Einaudi 64