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Pietro Bembo - Rime

CVI

Per far tosto di me polvere et ombra,
non v’hanno’uopo erbe, Donna, in Ponto colte:
tenete pur le luci in sé raccolte,
mostrandovi d’amor e pietà sgombra.4

L’alma, cui grave duol dì e notte ingombra,
non par omai che più conforto ascolte,
misera, e le speranze vane e stolte
del cor, già stanco in spettando, sgombra8

Breve spazio che dure il vostro orgoglio,
avrà fin la mia vita, e non men’pento:
non viver pria, che sempre languir, voglio.11

Morte, che tronca lungo aspro tormento,
è riposo, e chiunque a suo cordoglio
si toglie per morir, moia contento.14

CVII.

Sì levemente in ramo alpino fronda
non è mossa dal vento o spica molle
in colto e verde poggio o nebbia in colle
o vaga nel ciel nube e nel mar onda,4

come sotto bel velo e treccia bionda
in picciol tempo un cor si dona e tolle,
e disvorrà quel che più ch’altro volle,
e di speranze e di sospetti abonda.8

Gela, suda, chier pace e move guerra:
nostra pena, Signor, che noi legasti
a così grave e duro giogo in terra.11


Letteratura italiana Einaudi 66