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Pietro Bembo - Rime

degna, ch’ogni alto stil vi lodi e cante
e ‘l mondo tutto in reverenzia v’aggia,4

voi per questa vital fallace piaggia
peregrinando a passo non errante,
coi dolci lumi e con le voci sante
fate gentil d’ogni anima selvaggia.8

Grazie del ciel, via più ch’altri non crede,
piover in terra scopre chi vi mira,
e ferma al suon de le parole il piede.11

Tra quanto il sol riscalda e quanto gira,
miracolo maggior non s’ode e vede:
o fortunato chi per voi sospira!14

CXXXIII.

Se stata foste voi nel colle Ideo
tra le Dive, che Pari a mirar ebbe,
Venere gita lieta non sarebbe
del pregio, per cui Troia arse e cadeo.4

E se ‘l mondo v’avea con quei, che feo
l’opra leggiadra, ond’Arno e Sorga crebbe,
et egli a voi lo stil girato avrebbe,
ch’eterna vita dar altrui poteo.8

Or sete giunta tardo a le mie rime,
povera vena e suono umile, a lato
beltà sì ricca e ‘ngegno sì sublime.11

Tacer devrei, ma chi nel manco lato
mi sta, la man sì dolce al core imprime,
che, per membrar del vostro, oblio ‘l mio stato.14


Letteratura italiana Einaudi 81