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Pietro Bembo - Rime

come parte ombra a l’apparir del sole:
quel mi tornava in dolce ogni alto amaro,
o pur con l’aura de le tue parole
sgombravi d’ogni nebbia in un momento45
lo cor, cui dopo te nulla fu caro;
né mai volli al suo scampo altro riparo,
mentre aver si poteo, che la tua fronte
e l’amico, fedel, saggio consiglio.
Perso, bianco o vermiglio50
color non mostrò mai vetro, né fonte
così puro il suo vago erboso fondo,
com’io negli occhi tuoi leggeva expressa
ogni mia voglia sempre, ogni sospetto:
con sì dolci sospir, sì caro affetto,55
de le mie forme la tua guancia impressa
portavi, anzi pur l’alma e ‘l cor profondo.
Or, quanto a me, non ha piú un bene al mondo,
e tutto quel di lui, che giova e piace,
ad un col tuo mortal sotterra giace.60
Quasi stella del polo chiara e ferma
ne le fortune mie sì gravi, e ‘l porto
fosti de l’alma travagliata e stanca:
la mia sola difesa e ‘l mio conforto
contra le noie de la vita inferma,65
ch’a mezzo il corso assai spesso ne manca.
E quando ‘l verno le campagne imbianca,
e quando il maggior dì fende ‘l terreno,
in ogni rischio, in ogni dubbia via
fidata compagnia,70
tenesti il viver mio lieto e sereno;
che mesto e tenebroso fora stato,
e sarà, frate, senza te mai sempre.
O disaventurosa acerba sorte!75
O dispietata intempestiva morte!
O mie cangiate e dolorose tempre!
Qual fu già, lasso, e qual ora è ‘l mio stato?


Letteratura italiana Einaudi 88