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libro secondo - capitolo v 169


rire tanto il deposito, una era stata il temere che il papa non procurasse di far per la sua casa l’acquisto del marchesato. Gelosia contro la quale esclama, per cosí dire, il cardinale Aldobrandino in quella scrittura mostrando egli quanto un pensiero tale fosse alieno dalla moderazione del zio, e quanto vana in ragion di prudenza sarebbe stata medesimamente ogni speranza di fare, e piú ancora di stabilire, una tale sorte d’acquisto. E come si poteva, dice egli, sperarne il consenso da due prencipi che se ne mostravano essi medesimi tanto invogliati? avrebbe dovuto il papa fidarsi d’un tal consenso anche ottenendolo? averebbe dovuto avventurare la sua casa in un principato sí lontano, sí debole, tra le forze d’un potentissimo re di Francia da un lato e d’un ambiziosissimo duca di Savoia dall’altro? Vivente lui forse si sarebbe proceduto con qualche ritegno, ma succedendo un altro pontefice, e in conseguenza l’odio e l’invidia ch’allora suole sfogarsi contro gli ultimi passati nipoti, quanto piú vacillante sarebbe rimasto quel nuovo acquisto, e con quali forze averebbe potuto sperare la sua casa di conservarlo? non averebbe ella temuto sempre qualche violenza ora dall’uno ora dall’altro di quei due prencipi, e da quello piú ancora che pigliandone l’occasione sotto colore d’aiutarla, disegnasse tacitamente forse d’opprimerla? Ciò in sostanza contiene la scrittura d’Aldobrandino intorno a questo particolare.

Ma tornando al viaggio che il duca faceva in Francia, egli finalmente al principio di novembre dell’anno millecinquecentonovantanove partí da Turino e andò a Ciambery, che è la principale terra della Savoia, e quivi si fermò alcuni giorni per fare la radunanza di tutto l’accompagnamento, col quale in ogni piú splendida forma egli voleva comparire nella corte di Francia. Andava egli in somma con alte speranze che avesse o in un modo o in un altro a riuscirgli felicemente la risoluzione che aveva presa. Da una parte confidava di potersi unire col re di Francia con gran suo avvantaggio, e per l’interesse del marchesato e per altri suoi fini ancora; il che non poteva seguire, come fu toccato di sopra, se non per via di