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208 delle memorie


il legato volesse proporlo come per introduzione di negozio, il che ricusò di fare il legato dicendo che ciò insospettirebbe il re di Francia, e gli farebbe di nuovo credere che gli si volesse dar parole e trattenerlo con partiti giá piú volte proposti e da lui sempre ricusati. Al secondo punto concernente l’assicurazione rispose che si doveva lasciare al papa la cura delle cose toccanti alla religione, poiché egli l’aveva a cuore piú che la vita medesima; che nel resto sapevasi quanto grandi ordinariamente fussero le difficultá nel farsi le leghe, e quanto maggiori dell’ordinario sarebbono intorno a questa che doveva abbracciare tutti li potentati d’Italia; che intanto si vedeva accesa la guerra, e dandole tempo non se ne potrebbe forse piú estinguere il fuoco.

Esser questo un male sí urgente e sí pericoloso che non poteva aspettare lunghi e incerti rimedi. Vedersi quanto piú difficile si renderebbe ora il re di Francia, dopo i vantaggi acquistati con l’armi, a voler di nuovo star alla capitulazione di Parigi; onde meglio essere di provar quello che operarebbe la restituzione del marchesato, e se allora il re volesse tentar cose nuove in Italia, si potrebbe in tal caso trattar di lega e stabilire ogni maggior unione fra i prencipi italiani per far ostacolo alla novitá de’ francesi. Concluse poi finalmente il legato che la lega proposta non era materia da trattarsi con il re di Francia; non aver che fare la restituzione con la lega né l’un negozio con l’altro; e perciò non poter egli in modo alcuno giudicar buono allora un maneggio tale. Intorno alla terza proposta rispose che il papa non poteva in quella precipitosa forma sentenziare sopra la causa del marchesato; doversi prima sentire le parti, caminar per le vie giudiziali, e con la dovuta maturitá poi terminar per giustizia una differenza cosí importante. Esser scorso il tempo del compromesso, non doversi sperar piú nuova proroga dalla parte di Francia, e in somma non aver piú fondamento alcuno questo partito. E qui con grave senso rinovò l’instanze al duca ed al Fuentes accioché, sopra questo punto della restituzione, non lo tenessero piú lungamente sospeso, ma in un modo o in un altro venissero quanto prima all’ultima loro risoluzione.