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Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/290

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284 relazione della fuga in francia


acquistata da lui in guerra gli aveva partorita poi un’autoritá cosí grande in pace che non vi era memoria che niuno altro re l’avesse mai avuta maggiore. Da’ suoi cenni, si può dire, pendevano a gara la nobiltá i parlamenti e gli altri ordini tutti del regno, e quello ch’apportava maggior maraviglia era che non si sapeva s’egli fosse piú amato o temuto da’ suoi vassalli. E per esser di natura inquieti i francesi, e naturalmente la nobiltá inclinata all’armi, per questo rispetto ancora si poteva credere che ’l re avrebbe trovata nel regno tutta quella disposizione a muoverle ch’egli avesse desiderato. Né piú tardò. Furono spedite subito di suo ordine a diverse parti molte commissioni di levar gente, di proveder munizioni da guerra, vettovaglie, e quel piú ch’era necessario per formare un potente esercito. Onde cominciò in pochi giorni a risonare strepitosamente d’armi la Francia, e ad essere in moto ogni cosa. Oltre alla soldatesca che si metteva insieme nel regno, diede ordine il re che si levasse un buon numero ancora di svizzeri, e dal suo erario (che si giudicava ascendere a piú di cinque milioni d’oro, e che prima non si toccava) cominciò ad estraere buona quantitá di danaro per far piú speditamente le provisioni ordinate.

Ma dall’arciduca e dagli spagnuoli era tenuto per artificioso questo sí grande apparato d’armi del re di Francia. Credevasi dalla parte loro che ’l re con tali minaccie volesse dar piú forza alle pratiche, le quali pur tuttavia egli faceva continovare in Brusselles, per riavere la principessa; e che perduta al fin la speranza di riaverla, fosse per ristringere un preparamento sí grande al solo bisogno di quella gente ch’egli volesse mandare in soccorso di Brandemburg e di Neoburg. A proseguir l’accennate pratiche era venuto nuovamente di Francia il signor di Preau in nome del contestabile e di madama d’Angolemme. Ma portava egli a parte lettere del re per gli arciduchi di tanta caldezza, ed aveva sí congiunta seco la persona dell’ambasciator francese ordinario ch’egli veniva considerato molto piú come persona inviata dal re medesimo che dal contestabile e da madama d’Angolemme. Le