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338 la nunziatura di parigi


Di piú, alli 6 del medesimo.

Questa mattina, col divino aiuto, s’è terminata e conclusa intieramente la negoziazione in casa del cancelliere alla mia presenza, come si riferisce nella scrittura generale del re, e con la mia sottoscrizione ancora, dopo la quale si sono sottoscritti i cinque deputati regi e dopo loro gli ambasciatori veneti. Queste sottoscrizioni si sono fatte in tre scritture originali in pergamena, che doveranno servire una per questo re, un’altra per Sua Maestá cattolica e la terza per la republica di Venezia; qui non hanno voluto solennizzare quest’ultima conclusione delle due paci se non con la mia sola presenza. Onde tanto maggiore è la riputazione che ne risulta a Sua Beatitudine ed alla sede apostolica. L’ambasciator veneto ordinario, ancorché indisposto di febbre terzana, ha voluto anch’egli trovarsi alla sottoscrizione. Qui veramente non si poteva proceder meglio per far le due paci. Resta ora che in Ispagna e dalla parte di don Pietro si faccia il medesimo, e Vostra signoria illustrissima dovrá farne ogni officio si come parimente che dal duca d’Ossuna non si proceda piú ad alcun atto d’ostilitá. Di ciò m’han ricercato di scrivere a Vostra signoria illustrissima questi ministri e gli ambasciatori veneti; ed io ho promesso loro che farei l’officio. Pisius m’ha fatta avere una copia autentica della scrittura principale, che mando con l’altre a Vostra signoria illustrissima.

Parigi, li 6 di settembre 1617.

Quest’ambasciator di Savoia spedí ieri a Turino un suo gentiluomo per le poste, e con tal occasione io diedi conto a Vostra signoria illustrissima, per via del signor cardinale Lodovisio, di quanto passava intorno alla negoziazione che si trattava qui delle due paci d’Italia, ma essendosi oggi col divino aiuto stabilita la detta negoziazione e spedendosi perciò corrieri in varie parti, con quello ch’il re invia a Turino ho voluto significar a Vostra signoria illustrissima quanto di piú