Pagina:Bentivoglio, Guido – Memorie e lettere, 1934 – BEIC 1753078.djvu/43

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libro primo - capitolo v 37


congiunge insieme ne’ romani pontefici e che gli fa si altamente stimare e riverire quando il governo loro fa prevalere la parte spirituale con la proporzionata misura alla temporale, cioè la parte divina a quella che è tutta umana, i tesori celesti alle cupidigie terrene; e quando insomma da loro vien dato alla Chiesa quel che tanto superiormente in primo luogo è dovuto alla Chiesa, vedesi che dal governo spirituale nasce la grandezza maggiore del pontificato. Roma per tal rispetto stende ora piú largamente il suo imperio ecclesiastico che in altri tempi non dilatava il profano. Quindi nasce ch’ella non è patria solamente di se medesima o della sola Italia, ma ch’ella di sé formi, per cosí dire, un mondo spirituale, che la fa generalmente divenire patria commune di tutte le battezzate nazioni. In questo riguardo esse la frequentano, i prencipi loro la riveriscono, ed all’oracolo della religione che qui risiede tutti i fedeli devotamente ricorrono; e perciò non è meraviglia se un pontefice di tanto zelo e di tanta prudenza come era Clemente ottavo con ogni spirito procurava d’esercitare quanto piú perfettamente poteva questa parte del suo supremo pastorale officio.

Ma benché egli con l’aiuto di tante virtú cercasse di restare libero dagli affetti umani, con tutto ciò non era possibile che ora in un modo ora in un altro questi nemici interiori non l’assalissero e insieme non l’agitassero; né potevano fargli guerra maggiore che accender quella che dopo il ponteficato era seguita e durava tuttavia dentro della sua casa propria fra i due cardinali nepoti: l’uno era il cardinale Pietro Aldobrandino figliuolo d’un suo fratello come fu accennato di sopra, e l’altro il cardinale Cinzio Passero che gli era nipote per via di sorella. Aveva il papa differito piú di due anni a crear cardinali questi nipoti, né aveva voluto promoverli soli ma in compagnia di due altri, cioè del cardinale Sasso, prelato benemerito per lunghe fatiche da lui fatte in Roma, e del cardinale di Toledo, gesuita teologo e predicatore insigne, col quale aveva il papa molti anni avanti mantenuta sempre una particolare e stretta amicizia. Era nato in Roma Pietro,