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42 | scritti critici e letterari |
Oltrepassate che furono da ultimo tuttequante le schiere, ella si stracciò la nera chioma1, e furibonda si buttò sul terreno.
Accorse precipitosa la madre. — O Dio, misericordia! Che hai, che t’avvenne, figlia mia cara? — E se la serrò fra le braccia.
— O madre, madre! È perduto, è morto. Or vada in rovina il mondo, e tutto vada in rovina! Non ha misericordia Iddio. Ahi me misera! misera!
— O Dio, ne assisti! Misericordia, o Signore! Di’, figlia mia, di’ un paternostro. Quello che è fatto da Dio è ben fatto. Egli sí, Iddio è pietoso di noi.
— O madre, madre! Tutte illusioni. Nulla di bene ha fatto per me il Signore! nulla. Che giovarono, che giovarono le mie orazioni? Oramai non n’è piú bisogno.
— O Dio, ne assisti! Chi in Dio riconosce il nostro padre sa ch’egli soccorre a’ figliuoli. Il santissimo Sacramento metterá calma al tuo affanno.
— O madre, madre! Questo incendio che m’arde non v’ha Sacramento che me lo calmi. Non v’ha Sacramento che restituisca a’ morti la vita.
— Ascoltami, o cara; e se quell’uom falso, lá lontano nell’Ungheria, avesse rinnegata la fede per isposarsi ad altra donna? No, cara, non pensar piú a quel suo cuore. E neppure egli se ne troverá contento. Quando un giorno l’anima verrá a separarsi dal corpo, lui trarrá nelle fiamme il suo spergiuro.
— O madre, madre! Non è piú, non è piú; egli è perduto, perduto per sempre. La morte! altro non mi resta che la morte! Oh! non fossi io nata mai! Spegniti, luce mia, spegniti in perpetuo. Muori, muori sepolta nella notte e nell’orrore! No, non ha misericordia Iddio. Ahi me misera! misera!
— O Dio, ne assisti! Non voler, no, entrare, o Dio, in giudizio contra la povera tua creatura. Ella non sa quel che la sua lingua si
- ↑ Il testo ha «Rabenhaar», vocabolo composto da «corvi» e da «chioma», «chioma corvina». In italiano, per la sola necessitá dei due vocaboli separati, l’idea perderebbe rapiditá, e parrebbe affettazione (Nota del traduttore).