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evitare il sole, essendo assai scoperta; la seconda è preferibile per l’andata, essendo quasi interamente al riparo dei raggi solari.

Usciti da S. Quirico, appena passato il ponte si volge a destra salendo ripidamente per qualche tempo; poi la via si fa sempre più comoda, entra in una selva di castagni e dove si trova a sinistra un viottolo assai battuto che si stacca dalla mulattiera che va a Cavarzano ed a Luciana, si piglia su attraverso il castagneto; risparmia molto cammino impiegando un’ora per arrivare a Cavarzano.

Chi vuole visitare il Sasso delle fate seguita per la mulattiera, e va sino a che la via scende al torrente; allora volge su in linea diagonale per il castagneto e in 10 min. è al Sasso.

La roccia è enorme, di accesso non tanto agevole; una grossa spaccatura verticale larga così da passarvi appena, si allunga per 9 metri e mezzo, alta circa 11 metri. Nulla di notevole, neppure stallattiti. La tradizione vuole che per vendetta d’amore tradito e d’onore calpestato vi fosse fatto morire di fame il Conte Uguccione degli Alberti che aveva il suo castello turrito in cima al monte di Luciana, dirimpetto al Sasso delle Fate. 1.

Volendo si può continuare a salire sempre diagonalmente a traverso la selva e si giunge a Cavarzano in 35 min. facendo capo ad un tabernacolo poco lontano dal borgo, dove si trova il sentiero lasciato per venire al Sasso delle Fate e l’altro di Poggiole.

Questo paesello risiede in bellissima posizione sul


  1. Fedeli V. U. Il Sasso delle Fate, Leggenda nel Bollettino dell’Esposiz. Mandam. di Prato 1880 pag. 26.