Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 1, 1799.djvu/49

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dell’ Autore- Pur chi il crederebbe? Passa, egli alP altro estremo, e divien poeta con quelle parole: Veramente nelle publiche scuole dì Pisa , e di Padova era spuntata allora una nuova Iti- ce, che andava sempre piti rinforzandosi , elevandosi rapidamente su P orizzonte: sin qua bastava se non era già troppo. Ma chi può far salto più enorme dalla prosa più renne, e più scolastica, qual 1’ abbiamo veduta più sopra, a queste gonfie, e rimbombanti metafore gigantesche . Ma dalla parte di mezzo giorno non si vedevano balenare in Italia che lampi interrotti da cupi tuoni 7 nò si temeva eòe lo scoppio di qualche fulmine sopra del bel paesej dove già si godeva P aurora d* un chiaro giorno. Ed è questa prosa indiana? E la nostra lingua ha forse bisogno come la francese di prender la tromba, quando vuol innalzare lo stile, o di calzare i coturni, quasi tema d* esser languida, e famigliare senza quell5 improvviso ed improprio traspor- lamento fantastico ? Se questo scrittore fosse meno autorevole basterebbe il sin qui detto a dimostrare il poco conto che si fa dello stile in Italia, ma godendo egli di tanta fa- Tomo I. D i»a,