Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 11, 1800.djvu/211

Da Wikisource.

sopra le Lett. e l’Arti Mod. 207

dopo il mille dugento l’Italia contaminò! Chi non vede il romano, ed il greco semicircolo inarcare per tutto le volte, nobilitarle, ed assicurarne insieme la solidità, che quell’angolare figura germanica venne di poi ad infievolire deturpando l’italica maestà! Vero è, che i greci da un canto, e i saraceni dall’altro ne’ bassi tempi a noi portarono un gusto impicciolito, e caduto dalla greca, e romana magnificenza, ed è vero eziandio, che le scolture, i bassi rilievi del nostro duomo (benché forse meno assai d’altre da me altrove vedute) per noi rozze sono, e deformi, e sembran col nome accordarsi di quel Clarte Viligelmo, o Vilelmo, che noi semmo Guglielmo1, ma che sembra nativo della Germania. Pur nondimeno ne’ gotica, ne’ tedesca dee dirsi l’architettura, e dee l’Italia de! suo Lanfranco vantarsi con Modena, sostenitore fedele de! gusto antico, e perfetto anche in mezzo all’oscura rozzezza del mille cento2. A provar-


vi

  1. Vedi al fine Nota III.
  2. Vedi al fine Nota IV.