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sopra le Lett. e l’Arti Mod. 219

sobrio di Modanino. Nè senza ragione Alsonso di Napoli tanto premiò i suoi lavori1 colà nella chiesa di monte Oliveto lasciati, nè Carlo VII, a grand’onore sel trasse in Francia. Io vi dico, o signori, senza tema, che l’Italia non riconosce quanto dovrebbe il progresso dell’arti venuto per Modanino, e quel delle lettere per Panfilo Sasso ancor lungi di qua. Uomini rari entrambi, due sommi ingegni, due prodigi di quell’età, che portarono in varie parti la gloria vostra, e fondarono scuole famose d’imitatori non ben conosciute.

Ma poichè entrambi toccarono il cinquecento, temo non forse voi m’accusiate di tardar tanto ad aprirvi innanzi il più splendente teatro del valor modenese nel secolo d’oro d’Italia. Ma lo splendore appunto, e la ricchezza vostra, o signori, me ne ritrae, perchè nè tempo, nè stile mi bastano a ciò. I soli nomi de’ Sadoleti, e de’ Sigonj, o de’


Mol-

  1. Secondo il Baldinucci vi lavorò nel 1447. Tornò di Francia, e mori ottogenario 1518.