Pagina:Bettini - Guida di Castiglione dei Pepoli, Prato, Vestri, 1909.djvu/169

Da Wikisource.

— 137 —


Più lontano, sulla sinistra di quel Limentra, che ha le sue scaturigini negli aspri dirupi della Sambuchella, sui fianchi della Badia a Taona (m. Cigoli 1277 m.), presenta vago spettacolo di sè, Treppio1 grazioso e pittoresco villaggio di circa 1600 ab., coi suoi bei fabbricati, col suo magnifico tempio e l’alta torre nolana. — Più in là, i M. alla Tosa. 1159 m. — Barba di Becco, il Perlo, 1050 — Le Porte 1189 — lo Scalocchio 1314 — Cà di Bettini, 866 — al di sotto dei quali scorre la Limentra di Sambuca: e più lontano quelli che fiancheggiano il Reno,

«Piccolo d’onde e di valor gigante»

Dal balzo che soggioga Fossato e che ha, come dicemmo, forma di bastorovescio, volgendo l’occhio all’abisso profondo, nudo, monotono cui sovrastiamo, ci sentiamo presi come da un sacro orrore; ma tosto elevando lo sguardo e spaziando nella magnifica vallèa delle due Limentre, Treppio e Lentola, che fanno capo a Pontelungo proseguendo per Badi, Riola, (conca bipartita dal contrafforte di Torri), ed i monti rimpetto



  1. Di Treppio fa Santi Gualandi, celebre meccanico, che fu premiato da Napoleone I, con medaglia commemorativa e venne ascritto all’Accademia di Belle Arti in Firenze. Morì a Prato in Toscana nel 1833, ebbe sepoltura nei Chiostri di S. Domenico ove un’epigrafe lo ricorda.
    Nel 1109 (Agosto) per la valle della Limentra di Treppio, passando per la Badia a Taona, si recò a Bologna Alessandro V. (Pietro Filargi) — Nello scorcio del sec. XVIII, predicò a Treppio Leonardo da Porto Maurizio; venerato come santo. Se la Repubblica Genovese da Lui tanto amata avesse seguito i suoi consigli, Corsica non sarebbe tra gli artigli gallici, e l’Italia non avrebbe quest’onta e questo pericolo.

10