Pagina:Bettini - La stazione estiva di Montepiano, Firenze, Minorenni corrigendi, 1897.djvu/97

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lievo di terracotta, nel quale si è cercato d’imitare una delle antiche storie.

Certo se non può aversi la certezza che questi affreschi siano di Cimabue, non si può negare che essi appartengano presso a poco al tempo nel quale Cimabue operava. Il S. Cristoforo, per il disegno, per il partito e per la tecnica delle pieghe, risente del carattere dell’arte bizantina, pur rivelando le tracce d’un sentimento nuovo, più vero, più umano.

In basso del dipinto è in lettere gotiche, malamente leggibili, scolpita questa iscrizione:

donº. SohBS . mº. T.
CorTOL . MS .
ReaeRT. AAae . h.
op.


2.º Affresco a forma di polittico, a quattro scomparti, cuspidati e centinati a sesto acuto, entro i quali stanno le figure in piedi, grandi poco meno dal vero, di quattro Santi: S. Iacopo, S. Agostino, S. Antonio Abate e forse S. Domenico. È opera di scuola fiorentina della fine del secolo XIV o dei primi del XV.

Quest’affresco è dipinto nella parete a sinistra, entrando in chiesa, presso l’angolo formato dal tergo della facciata. È probabile che raffresco oggi visibile sia stato sovrapposto agli affreschi più antichi dei quali vedonsi le tracce sulle mura interne della Chiesa.

In generale il colore è assai offuscato; la parte inferiore delle figure appare molto danneggiata.

Anche questi affreschi sono stati giudicati da taluno cosa molto più antica di quel che non siano effettivamente. Non solo non appartengono al tempo della prima