Pagina:Bianca Laura Saibante - Discorsi, e lettere, Venezia 1781.djvu/66

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ricercare, il quale da se stesso non può saper nulla? Ditemi di grazia, sareste voi altri Filosofi, se bella curiosità guidati non vi avesse a conversare con Socrate, Platone, Aristotile, e co’ moderni, che sì luminosa comparsa mediante la virtù loro appresso il mondo fanno? e se dai loro sentenziosi detti appreso non aveste la Filosofia? Io per me vi dico un bel no. Frutto di sana curiosità fu certamente la conversione della rinomatissima Anna Dacier, ornamento, e splendore della Francia, la quale spinta dal lume di quella Grazia superiore a lei ignota si diede a leggere seriamente le sacre carte, nelle quali parve ad essa di ritrovar cose nuove e veritiere; onde ritiratasi in un suo poderetto, lontana da’ disturbi della città, si diede più attentamente alla lettura, e contemplazione delle medesime; il perchè si risolvette di abbracciare la Cattolica Religione, e in fine a sua persuasione il marito Andrea Dacier unitamente a lei abbiurò l’eresia. Adunque come volete, che noi regoliamo bene le faccende nostre senza pigliar informazione da chi ce la può dare, se chi è nato, e cresciuto nel bujo, non potrà nè sapere, nè tanto meno discorrer di luce? Per la qual cosa qualor veggiamo le Donne andar in traccia di cose al loro sesso, ed agl’impieghi loro confacenti, non si deve sì tosto tacciarle di curiose, giacchè troppo necessario è il prender lume per non giacere nella perpetua ignoranza, la quale non di rado abbonda in chi non mostra genio, o non ha modo di erudirsi. Ma questa vaghezza di rintracciar nuove cose, vo-


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