Pagina:Bini - Scritti editi e postumi.djvu/153

Da Wikisource.


LORENZO STERNE


― 18291


Natura il fece, e poi ruppe la stampa.


Dall’amore dell’arti liberali emerge la vaghezza d’intendere i casi dell’ingegno felice, che a noi rese visibili queste figlie di un pensiere divino: ma perchè Lorenzo Sterne stette nel creato più che altro a sembianza di spirito, nè degli eventi suoi tu potresti narrare, che il nascimento, la vita, e la morte, e perchè di questi a qualunque vento ti volga vedi composta la massa degli uomini, nè l’umiltà delle doti comuni vuol diritto di storia, – però noi convertiremo l’animo a più degno subbietto, favellando con breve discorso della Mente di Sterne.

Se la mollezza del cielo italiano, e la melodia dei suoni, e l’esultanza del paese gentile, che in ogni sua forma svela il concetto del sorriso, sono maravigliose e principali espressioni della bellezza; se i figli d’Italia sortivano tempre armonizzate al solenne linguaggio, qual di noi non vorrà di lieve consentire espressione della Bellezza le opere tutte di Sterne? E l’Irlandese le creava così belle alla nostra maniera, che tu immaginando diresti il suo pensiere educato nell’aure dei nostri sereni, e che al sangue gli corresse mista una fiamma dell’italico Sole. E