Pagina:Bini - Scritti editi e postumi.djvu/241

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tutta una Natura magnifica, una creazione bella di bellezza veramente italiana. Ma per chi guarda dalle sbarre d’una prigione, il cielo è mesto, e la Natura è malinconica.

Del resto, come vi ho già detto, la vita, che io meno, non ha bisogno di troppi colori a dipingersi. La notte dormo quando posso; e quando no, veglio fantasticando. Il giorno mi levo; passeggio un poco sopra uno spazio di 12 passi; poi leggo; poi di nuovo passeggio; alle 2 un Trattore ci manda il desinare a modo suo; il dopo pranzo la medesima canzone, finchè non torni l’ora di rimettersi a letto. Come vedete, è una nota unica sopra una corda unica. Per un’ora del giorno uno dopo l’altro siamo condotti a respirare all’aperto; l’aria in questi luoghi è balsamica, e fa buono al sangue. Di quando in quando viene a visitarci il Comandante della Piazza, una gentil persona, di cui non conosco per anche il nome, e ci tratta paternamente. Talvolta mi affaccio ad osservare i soldati occupati nell’opere loro: in due o tre giorni ho compreso tutti i misteri della vita militare; – è una vita, che non eccita tentazioni. In somma, a dirvela schietta, io mi annoio piuttosto che no, e l’Ozio, che una volta io vagheggiava come cosa morbida e cara, oggi è mio nemico giurato, e mi sta indosso come un cilizio, ed io concorro coi Padri della Chiesa a dichiararlo peccato mortale. In somma questa monotonia è tale, che a lungo andare può convertire l’anima umana in un orologio a polvere.

E se voi, e altri, voleste sapere la ragione intima del bizzarro avvenimento, che mi ha percosso, io vi so dire, che è tal problema da sgomentare tutte le Geometrie di questo mondo. Voi conoscete meglio