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e non dietro un dato positivo. Che volete che sappia il pubblico di una misura stabilita a uscio chiuso fra tre o quattro Signori, che non hanno niente che fare col pubblico? Il termine della nostra detenzione dipende dalle deliberazioni dei nostri padroni, e non dalle congetture del pubblico, che parla sempre, e parla di tutto, perchè le parole non gli costano nulla; altrimenti sarebbe più riservato. Il meglio è per la vostra quiete, che voi non vi regoliate con un termometro così fallace; voi potreste trovarvi a sperare invano da un giorno all’altro, e la speranza così indugiata è un dolore non leggiero. Attendete pacificamente, che il nodo si sciolga da sè, e tenete fisso in cuore, che non vi è nulla a temere, ma che noi siamo altrettanti pegni politici!

Fate i miei più cordiali saluti a T.*** B.***, e ditegli, che, se io non l’ho mai rammentato nelle lettere trascorse, è seguíto non so perchè, ma che io l’ho continuamente nella memoria. Egli mi conosce troppo bene per non credere alla sincerità di queste mie parole.

Salutate pure la famiglia, e gli altri miei pochi amici. Addio.

Dalla ***, 29 Ottobre 1833.

Carlo.


VI.


Carissimo Padre

Dalla vostra del 10 corrente intendo, che la famiglia in generale sta tutta bene, e questo mi fa pia-