Pagina:Blasi - Manuale per la coltivazione della vigna latina, Milano 1877.djvu/87

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196. — Al regime di queste faccende lo stesso padrone sceglierà nella famiglia del colono l’individuo il più adatto, capace ed intelligente, al quale affiderà la direziono della vigna, facendolo specialmente responsabile del buon andamento della medesima.

Costui starà sotto la direzione del padrone o di chi no fa le veci. Le spese che occorrono, e le opere impiegate, verranno annotate in apposito registro.

197. — Il padrone è tenuto improntare il denaro che abbisogna al colono per le spese necessarie: del che ne avrà abbono nel prossimo raccolto. Di concerto col padrone sarà fissato il personale necessario per la coltivazione della vigna, prendendo pei primi gl’individui disponibili nella famiglia colonica, e completandolo con opere accaparrate, perchè riescano pratiche e si abbia pronta in ogni occorrenza una squadra di operai, donne e fanciulli, per i lavori da farsi nel corso dell’anno.

198. — Il tenere un vignaiuolo, come usasi in qualche luogo, fisso, esclusivamente e costantemente occupato nella vigna, non converrebbe, perchè solo non potrebbe riuscire a faro i lavori nelle epoche opportune, i quali, all’incontro, ritardati, pregiudicherebbero la regolare e simmetrica vegetazione ed uniforme sviluppo delle viti.

199. — Il colono, come compenso delle opere prestate e spese sostenute, dovrebbe percepire tanto mosto, di qualità però comune, od una somma equivalente desunta dal listino del mercuriale