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carono a uno arbore; lo quale ritrovato da pastori fu nutricato da Polibo re di Foci, e venendo a etá virile, scontrandosi
sventuratamente nel detto re Laio suo padre, l’uccise, e come
piacque alla fortuna prese per moglie la detta Giocasta sua
madre, della quale prima che la riconoscesse ebbe quattro
figliuoli, due maschi e due femine: delli quali l’uno ebbe nome
Etiocle, l’altro Pollinice; delle femine l’una Ismene, l’altra
Antigone. Dopo li quali avuti figliuoli riconoscendo Edippo
come avea morto il detto suo padre e avea per moglie la
detta sua madre, considerata l’abominevole iniquitá in che
esso stava con la madre, e lo padre ch’avea morto, per disperazione s’accecò. Da poi li detti suoi figliuoli vennero a
divisione del regno tebano, s’uccisero insieme etc. Della qual
morte contra d’essi esclama Stazio nel libro XI dove dice:
Ite truces animae funestaque Tartara leto |
[Theb., XI, 574 579]
[le figliuole di Danao]. Danao ebbe cinquanta figliuole femine, ed ebbe un fratello il quale ebbe nome Egisto ch’ebbe cinquanta figliuoli maschi, li quali presero per loro spose le dette cinquanta loro consobrine; alle quali Danao comandò che ciascuna dovesse la prima notte ammazzare lo suo marito, e questo fe’ acciò che rimanesse senza erede per tutto lo reame [e lo reame] rimanesse a lui. E cosí fecero tutte eccetto una la quale ebbe nome Ipermestra che fu maritata col fratello minore ch’ebbe nome Lino, che non l’ammazzò. Sí che di cinquanta ne campò uno solo etc. Il detto Danao fu figliuolo di Belo.
[Narciso]: fu figlio d’una ninfa chiamata Liriope e il padre ebbe nome Cefiso, e volendo sapere che fortuna dovea