Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. II, 1918 – BEIC 1759042.djvu/191

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quinci il disiderio di trascendere a piú esquisita vita, venne Cerere, la quale appo Eleusia e in Sicilia prima mostrò il lavorio della terra, il ricogliere il grano e fare il pane; Bacco recò d’india il mescolare il vino col mèle, e fare i beveraggi piú dilicati che l’usato; e con appetito non sobrio, come il passato, furon cominciate a gustare le cortecce degli alberi indiani, le radici e’ sughi di certe piante, e quelle a mescolare insieme, e a confondere nel mèle i sapori naturali, e a trovare gli accidentali con industria: furono incontanente avute in dispregio le ghiande. Similmente, avendo alcuni, in lor danno divenuti ingegnosi, trovato modo di tirare in terra con reti i gran pesci del mare, e di ritenere ne’ boschi le fiere, e ancora d’ingannare gli uccegli del cielo; furon da parte lasciati i lacciuoli e gli ami, e la terra riposatasi lungamente, cominciata a fendere, e ’l mare a solcar da’ navili, e portare d’un luogo in un altro, e recare, i viziosi principi: si mutaron con esercizi gli animi. E giá in gran parte, si come piú atta a ciò, Asia si per gli artifici di Sardanapalo, re degli assiri, e si per gli altrui, da questa dannosa colpa della gola, come lo ’ncendio suol comprender le parti circostanti, cosí l’Egitto, cosí la Grecia tutta comprese, in tanto che giá non solamente ne’ maggiori, ma eziandio nel vulgo erano venuti i dilicati cibi e ’l vino, e in ogni cosa lasciata l’antica simplicitá. Ultimamente, sparto giá per tutto questo veleno, agl’italiani similmente pervenne; e credesi che di quello i primi ricevitori fossero i capovani, percioché né Quinzi né Curzi né Fabrizi né Papirii né gli altri questa ignominia sentivano; e giá era perfetta la terza guerra macedonica, e vinto Antioco magno, re d’Asia e di Siria, da Scipione asiatico, quando primieramente il cuocere divenne, di mestiere, arte. È intra ’l mestiere e l’arte questa differenza, che il mestiere è uno esercizio, nel quale niuna opera manuale, che dallo ’ngegno proceda, s’adopera, si come è il cambiatore, il quale nel suo esercizio non fa altro che dare danari per danari; o come era in Roma il cuocere a’ tempi che io dico, ne’ quali si metteva la carne nella caldaia, e quel servo della casa, il quale era meno utile agli altri servigi, faceva tanto fuoco sotto la caldaia,