Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. II, 1918 – BEIC 1759042.djvu/250

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alcuni, quantunque mal degni, pare la prodigalitá non debba potersi accrescere né divenir maggiore, percioché il prodigo continuamente diminuisce le sustanze sue, senza le quali la prodigalitá non si può mandare ad esecuzione, e, diminuendosi, pare di necessitá si debba diminuire il vizio: il che dell’avarizia non avviene, percioché l’avaro continuamente accresce il suo, e, accrescendolo, accresce la cupidigia dell’aver piú. Appresso, il vizio il quale si può in alcuna maniera curare pare essere minore che quello che curar non si può; e la prodigalitá si può curare, il che non si può l’avarizia: e però pare la prodigalitá esser minor vizio che l’avarizia. Il che, quantunque per una ragione di sopra mostrato sia, si può ancora mostrar con due altre, cioè che la prodigalitá si possa curare. Delle quali ragioni è l’una questa: curasi la prodigalitá dal tempo, percioché, quanto l’uomo piú s’avvicina alla vecchiezza, tanto diventa piú inchinevole a ritenere, per la ragione di sopra mostrata, dove si disse perché i vecchi eran piú avari che i giovani: e non è alcun dubbio le ricchezze naturalmente disiderarsi, accioché l’uom possa per quelle sovvenire a’ difetti umani; e perciò convenevole pare, quanto alcuno sente i difetti maggiori, tanto piú inchinevole sia a quelle cose, per le quali si puote o rimediare o sovvenire a quegli. La seconda ragione è, percioché la povertá è ottima medica a cotale infermitá, e in essa si perviene assai agevolmente da chi gitta e scialacqua senza modo e senza misura il suo, si come i prodighi fanno; e chi in essa diviene, non può donar né spendere, e cosí si truova guerito di questo vizio; il che dell’avarizia non avviene, come mostrato è.

Pare adunque, per le ragioni dette, la prodigalitá essere minor vizio che l’avarizia. E se cosí è, sará chi moverá qui una question cosí fatta: se la prodigalitá è minor vizio che l’avarizia, perché dimostra qui l’autore essere in igual tormento puniti i prodighi e gli avari, conciosiacosaché il minor vizio meriti minor pena? Puossi a questa cosí rispondere: che il vizio della prodigalitá non è in sé minore che l’avarizia, percioché, dove l’avarizia procede da naturale appetito, pare che