Pagina:Boccaccio, Giovanni – Opere latine minori, 1924 – BEIC 1767789.djvu/302

Da Wikisource.
296 nota

quale ultima, oltre che ai versi, rispose il Petrarca con la sua Fam. XXI 151.

IV. — Dal ms. Laurenziano Gaddiano Rel. 75, della seconda metá del Trecento, di mano d’Agnolo di Torino Bencivenni, che fu coetaneo ed amico del Bocc.2 ed al quale appartengono gli scritti, tutti volgari, contenuti nel libro3. Il Bencivenni registrò nel verso della guardia membranacea anteriore4 l’epitafio del Nostro con l’aggiunta del Salutati5, poi l’epitafio del Petrarca ed infine l’epigramma boccaccesco, cui premise il nome dell’autore (dominus Ioannes Boccacci) ed appose a guisa di spiegazione la postilla «a domino arciepiscopo mediolan. missus ex parte Communis Florentie leo fiorentino», che dal latino approssimativo del pio popolano trasferita in piú corretta forma vorrá suonare: «ad dominum archiepiscopum mediolanensem missus ex parte Comm. Flor. [pro] leone fiorentino». Inedito.

V. — Secondo l’unico apografo conosciuto, Vatic. lat. 5223 (V), dov’è accompagnato dal titolo Responsiva; questo prende significato dal corrispettivo Missiva segnato in testa al carme precedente, al quale è apposto l’indirizzo «Sapienti ac facundissimo viro domino Iohanni Boccatii de Florentia egregio Pyeridum cultori fratrique carissimo». Di su V le due epistole furon trascritte nel secolo XVIII da mons. P. A. Tioli nelle sue miscellanee erudite ora esistenti nella Biblioteca Universitaria di Bologna, e di qui furono tratte in luce da C. Frati nel 18886; la sola missiva



  1. Per tutte le questioni accennate in questa pagina cfr. Massèra, Di tre epistole metriche boccaccesche, I, nel Giorn. Dant., XXX [1927], pp. 31-6.
  2. Basti ricordare che nel testamento del Nostro (28 agosto 1374) fu nominato come uno dei «tutores seu defensores» degli eredi pupilli ed inoltre compreso tra gli esecutori delle ultime volontá.
  3. Furono stampati in varie occasioni da F. Zambrini e da altri; cfr. i cenni bibliografici dati dal primo nel Propugn., XIV [1881], 1, p. 436 sgg. (ivi è detto che il ms. Laur. «non può essere autografo», ma il giudizio è d’un incompetente).
  4. Il recto porta la nota: «Iste liber est Angeli Torini. Deo gratias», e piú sotto: «Brevis colletio contemtus humane conditionis composita ab Agnolo Torini incipit. Deo gratias 1363. Cioè breve tractato della miseria della humana conditione».
  5. Qui p. 303, n. 4. Si ricava da quanto sto avvertendo che la contenenza di questa facciata fu scritta dopo il 1375; d’altra parte il Bencivenni visse almeno sino al 1394
  6. Tioli, Epistolae orationes carmina et opuscula virorum illustrium, to. XV, pp. 1073-78; Frati, Epistola ined. di G. Bocc. a Zanobi da Strada, nel Propugn., n. s., I, 11, p. 31 sgg. (a p. 39, n. 3, il carme missivo, a p. 44 sgg. la risposta).