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La caccia di Diana 41

Ond’ella, piena e d’ira e d’affanni,
     Tututta ardeva nella faccia accesa,
     Di quello uccel disiderando i danni.
Con più vigor, nuova forza ripresa,
     Seguitando, si fe’ prestare un arco,50
     Fra ssé dolente di cotale impresa;
Ma dopo molto andare, ad un gran varco
     Il colse e saettollo, e quegli allora
     Quivi morì con dolente ramarco.
Covella il prese sanza più dimora,55
     E tirollosi dietro infino al piano,
     Riferendol da capo ad ora ad ora,
Istroncandoli il capo con la mano.


Canto XVI.


Ma già il sol saliva a mezzo giorno,
     E l’aere cald’ ai corpi dilicati
     Noia facea: per che sanza soggiorno
Diana disse a quelle: — a’ freschi prati
     Scendiamo omai e lasciam riposare5
     I nostri uccegli e i cani affannati.
Non è ora ben tempo da cacciare;
     Riposiamoci omai, però che lasse
     Semo, e facciamo quest’altre chiamare — .
E comandò ad una che andasse10
     Su l’alto monte, e tutte ad una ad una
     Le donne e le pulcelle richiamasse.
Quella n’andò in su l’excelsa cruna
     Del monticello, e a chiamar costoro
     Incominciò per nome ciascheduna.15